Native Advertising: L’ultima evoluzione della Pubblicità Online

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La native advertising è l’ultima evoluzione della pubblicità online che si trasforma, adattandosi, per stile e tematiche alla pagina web in cui viene realizzata per catturare l’attenzione dell’utente. A differenza di altre forme pubblicitarie più o meno invasive, la native advertising, non infastidisce il lettore sovrapponendosi alla pagina web visitata o forzando l’interazione (interruption marketing) ma al contrario, è parte integrante del contenuto e perfettamente adatto alla piattaforma web che lo ospita. Il design o il formato è quello che caratterizza gli altri contenuti presenti online che si tratti di una piattaforma social o di un blog (ad es. un post sponsorizzato su Facebook o un video su Youtube etc.). Il concetto di messaggio promozionale inserito nei più diversi contesti non è certo nuovo ed è stato utilizzato quasi in tutti i media: dai redazionale dei quotidiani al product placement di tv e cinema. Oggi il pubblico a cui ci rivolgiamo è sempre più maturo ed attento ai meccanismi pubblicitari. Una delle caratteristiche che contraddistinguono la native advertising è la trasparenza: è esplicito che si tratti di un contenuto sponsorizzato da un brand, ma ciò che rende speciale la native advertising è il messaggio che non mira mai a proporre una semplice un’offerta commerciale, comunicando piuttosto qualcosa che possa realmente interessare e coinvolgere un gran numero di utenti che rientrano nel target della campagna.

Vediamo in dettaglio esempi di pubblicità nativa di successo:
Uno dei più noti è il caso di Purina, il noto brand di Cibo per cani e gatti. Sappiamo già che popolarità possono raggiungere online video, immagini e contenuti che hanno per protagonisti animali domestici. Purina ha realizzato un articolo dal titolo “5 storie che toccano il cuore e che provano che il cane è il miglior amico dell’uomo”. Il post, davvero emozionante, riuscì a ottenere oltre 20.000 condivisioni in pochissimo tempo. L’articolo pur non citando mai i prodotti Purina era indirizzato al giusto target e la diretta associazione al marchio ha portato una visibilità enorme all’azienda americana.

Un altro esempio di native advertising di grande popolarità è stata la campagna Microsoft che ha lanciato il video “Child of the 90s/Internet Explorer” (“Figli del ’90 e di Internet Explorer”). Il video mostrava una raccolta di giochi, gadget e tendenze degli anni 90 e che hanno rappresentato il passato legato all’adolescenza o all’infanzia di moltissimi utenti Microsoft. Solo pochi secondi alla fine del video erano dedicati a ricordare della indiscussa importanza di Microsoft e del suo browser Explorer che in quei anni ha portato per la prima volta online milioni di giovani utenti. Il messaggio alla fine del video recitava: “Sei cresciuto. Ora puoi riconnetterti con il nuovo Internet Explorer” mostrando un tablet con un sistema operativo Windows di ultima generazione ma il video divenne virale per i suoi contenuti nostalgici ed emozionali.

Un altro esempio di native advertising di grande popolarità è stata la campagna Microsoft che ha lanciato il video “Child of the 90s/Internet Explorer” (“Figli del ’90 e di Internet Explorer”). Il video mostrava una raccolta di giochi, gadget e tendenze degli anni ’90 e che hanno rappresentato il passato legato all’adolescenza o all’infanzia di moltissimi utenti Microsoft. Solo pochi secondi finali del video erano dedicati a ricordare della indiscussa importanza di Microsoft e del suo browser Explorer che in quei anni ha portato per la prima volta online milioni di giovani utenti. Il messaggio alla fine del video recitava: “Sei cresciuto. Ora puoi riconnetterti con il nuovo Internet Explorer” mostrando un tablet con un sistema operativo Windows di ultima generazione ma il video divenne virale per i suoi contenuti nostalgici ed emozionali.

Il New York Times, il primo quotidiano in USA , si è da anni distinto per essere in linea con l’evoluzione del web. Il suo motto “All the News That’s Fit to Print” traducibile in “Tutte le notizie che valga la pena stampare” è stato riadattato in “All The News That’s Fit to Click” “Tutte le notizie su cui valga la pena cliccare”. La prestigiosa testata americana propone dei modelli eccellenti di native advertising tra le sue pagine online: nel caso dell’uscita della seconda serie “Orange is the new Black” che ha per protagonista una donna detenuta in carcere il NYT ha realizzato un ampio articolo informativo sponsorizzato dalla piattaforma Netflix che ha prodotto la serie. Nell’articolo si esponeva esaurientemente la condizione delle detenute di sesso femminile che sono in continua crescita in USA e di come il sistema carcerario maschile non può essere applicabile pedissequamente alle donne.Native Advertising Netflix

La native advertising cerca di superare le tre grandi classiche categorie della pubblicità online a cui eravamo abituati fino ad oggi: i paid media (es. annunci pay per click o pay per view), gli earned media (banner negli spazi dedicati all’advertising di portali e social) e gli owned media (siti e blog delle aziende). Pur rientrando nella categoria dei paid media la pubblicità nativa si dimostra superiore per efficacia poiché non reca alcun disturbo alla user experience dell’utente e grazie alla qualità stessa del contenuto riesce a catturare l’attenzione in modo del tutto naturale.

Francesco Magistro

Francesco Magistro consulente seo e sem, formatore e co-fondatore della web agency KMA di Roma. Mi occupo web marketing dal 2005 offrendo le mie competenze a professionisti e imprenditori, da allora la SEO e in generale le strategie di marketing online non stancano di appassionarmi.

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